giovedì 14 aprile 2011

Aspetti random della settimana del Mobile.


Tra le diecimila cose belle:
1 . La mostra per i 90 anni di Venini. Meravigliosi vetri soffiati dai colori strappati alla laguna o semplicemente all’immaginazione, esposte fino al 23 in una delle case museo più affascinanti di Milano: il palazzo Bagatti Valsecchi, residenza di fine Ottocento dai legni cupi e istoriati, dai camini giganteschi, le cassapanche quattrocentesche e gli arredi in stile rinascimentale, i motti dipinti sulle pareti, le armature e la scalinata interna degna di un film di Visconti. Se avevamo qualche perplessità sull’accostare vetri super moderni a un ambiente così antico, è scomparsa nel constatare come le cose belle si accompagnino bene alle cose belle: basta dare un’occhiata al letto a baldacchino del signor Bagatti Valsecchi, solenne con i suoi teschioni da memento mori e le sue sete polverose,  illuminato da una boccia di vetro tipo astronave multicolore, piovuta lì come da un'altra galassia per rischiarare un mondo passato rendendolo più vivo che mai.
2. Lo showroom Driade in Via Manzoni: difficile restare padroni di sé davanti a tanto fulgore. Le poltrone-viso, gli affreschi settecenteschi, i vasi, i lampadari foglia e i lampadari bolla, la natura dell’acqua e delle piante cristallizzata in acciaio, vetro e luce …
3. Il rumore ovattato dei passi quando entri in un padiglione della Fiera.
4. Il vento che ieri spettinava le vasche di acqua sottile in Fiera. Il monte Rosa nella distanza.
5. La misteriosa montagna di sale davanti a Palazzo Reale su cui nuotano cavalli errabondi.  
6. Il bimbetto senza una scarpa che si rotolava felice sul pavimento del museo del design alla Triennale.
7. L’eco che si sente nei musei, in tutti i musei. Che non rende più grande il vuoto, ma amplifica la presenza degli oggetti.

Brutture assortite:
Troppa gente in poco spazio. Sporcizia e degrado proprio nelle zone principali dei fuori salone (via Tortona, via Savona eccetera). Marciapiedi ridicoli e trolley troppo grossi. Persone che parlano forte al cellulare. Signore abbronzatissime biondissime e molto targate che spintonano e ti pestano i piedi per entrare per prime al cocktail di Baccarat. Gente che si ingolfa di tartine. L’Atm che sembra, spesso, cospirare contro l’umanità. Certi venti glaciali destatisi improvvisamente e non ancora andati via. Pedoni che fanno capannello nei punti più stretti dei marciapiedi. Automobilisti che passano col rosso in piazza San Babila dovendo poi fermarsi sopra le strisce con le loro macchine dinosauriche dai vetri fumé, mentre i pedoni fanno lo slalom per salvarsi le chiappe senza che un vigile sia sfiorato dall’intervenire. Gazebo con i santini ritoccati della sindaca più incapace della storia e di altri personaggi poco raccomandabili e molto sorridenti. Uomini di grossa taglia che ti si siedono vicini in metropolitana occupando metà del tuo spazio. Donne di piccola taglia sedute accanto a te, che sgomitano nella borsetta rischiando di assestarti un cazzotto. Tutti quelli che leggono il giornale in metro.