lunedì 21 febbraio 2011

Dittatori e Persone Qualunque



Tutti i dittatori, anche quelli che non si ritengono tali e quelli che non sono ritenuti tali da tutti, hanno le seguenti caratteristiche.

Una personalità carismatica, il che non significa che siano migliori o più coraggiosi di altri.
Significa semplicemente che sanno manovrare meglio le folle per perseguire il proprio interesse.
Significa che spesso sono simpatici e comunicano positività, fiducia nel futuro, anche se non c'è alcun motivo statistico per essere garruli o baldanzosi. Hanno colto l'essenziale verità secondo la quale l'essere umano medio è più affascinato da un sorriso che da un muso lungo, proprio come un lattante che ha bisogno di specchiarsi nel benevolo volto della mamma e non in quello arcigno di una signorina Rottelmeyer. Una cosa che sa qualunque PR, ma nel loro caso la posta in gioco è un tantino più vertiginosa.

Dittatori, lo scopo qual è? Diventare re del mondo, i dominatori dell'universo, come nei cartoni animati?
Risposta: sì.
I cartoni animati hanno una profonda saggezza.
Il Potere per il Potere. Orwell lo sapeva bene. E anche Tolkien, quell'inglese che scriveva storie di nani coi piedi pelosi.

I dittatori, a qualunque livello (pinches tiranos, tirannelli, marketing manager, tiranni, dittatori, orchi e Pol Pot) non delegano nulla e considerano il dissenso un atto di lesa maestà (se si tratta dell'opposizione) o di tradimento (se si tratta di membri della stessa fazione, partito o altra associazione). Fondamentalmente non sanno lavorare con gli altri. E a volte non sanno nemmeno comandare. Una cosa la sanno fare bene, però: paura.

I dittatori usano armi molto semplici che non sempre sfociano nella violenza diretta.
Il denaro è  la prima, perchè tutti sono corruttibili, in qualche modo.

Insinuare il dubbio di essere insostituibili, che non esista qualcuno in grado di fare quello che fanno loro, è la seconda, e peggiore arma in loro possesso. Perché la gente si abitua a pensare che senza di loro non sia possibile andare avanti.

Gli ideali sono la terza arma.
I dittatori si appoggiano spesso ai valori tradizionali della famiglia e della religione.
Favoriscono spesso le chiese ufficiali. Predicano l'amore per la vita e infatti mettono al mondo un numero ragguardevole di figli da un altrettanto ragguardevole numero di consorti. Sono capaci di atti di grande generosità con il singolo in difficoltà, poiché questo li mette in pace con la loro idea di coscienza pulita, ma sono del tutto impermeabili al pensiero di un "bene comune", su ampia scala.

La quarta arma è la mistificazione della realtà attraverso la ripetizione ossessiva di slogan di grande presa. Qualcosa di analogo all'infame pubblicità di una marca di abbigliamento giovane che suonava: "Be stupid".

La quinta arma è la mistificazione di se stessi: il vero dittatore ci crede, alle bugie che dice. Per questo suona così convincente.

I dittatori hanno sempre, sempre paura della stampa, dell'informazione e della critica. E non c'è nulla quanto un dittatore che rifiuti di venire a patti con il Quarto potere, che faccia scatenare i peggiori mastini dell'informazione. E la pioggia si abbatte inevitabilmente sui giusti e sugli ingiusti, perché non tutta la stampa è buona e non tutta la buona stampa sa essere efficace quando è il caso di esserlo. E spesso assistiamo all'orrendo spettacolo di cani rabbiosi che si contendono a morsi un polistirolo bisunto del Mac Donald's, mentre la ciccia è ben altrove e di quella nessuno ha il coraggio di occuparsi. 

I dittatori esistono perché la maggior parte della gente è pigra. Non cattiva, non possediamo una tale statura morale: solo pigra. La logica del branco elimina il dissidente singolo come un povero sfigato, ma accetta la deposizione del tiranno qualora ciò avvenga di comune accordo. Molti animali ci riescono brillantemente, gli esseri umani molto meno, specie se ciò non risponde all'immediata gratificazione di un bisogno primario quale il cibo o la mera sopravvivenza.

I dittatori amano spesso circondarsi di belle donne e magnifiche case, cosa peraltro comune a moltissimi membri della razza umana senza che ciò rappresenti di per sé un difetto. Ma nei dittatori, in tutto il mondo, questo aspetto assume proporzioni inusuali, grottesche,sospette, contraddittorie con la presunta "moralità" che essi stessi predicano agli altri, forti dell'appoggio, o del silenzio, della maggior parte delle gerarchie ecclesiastiche.

I dittatori non leggono, se non quello che li confermi nella loro idea di potere.
Si circondano di persone inferiori a loro per possibilità o intelligenza, creando un nutrito schieramento di valvassini pronti a tutto. Non amano chi è meglio di loro, perché non vogliono imparare nulla. E a volte, nascondendosi dietro uno smodato amore per certe architetture o certi autori, combattono la cultura, perché la cultura è anche critica, e la critica li fa tremare.

I dittatori sono persone estremamente sensibili che amano gli animali e i bambini.

I dittatori sono bruttini, e dormono poco.

I dittatori ci saranno sempre, finché noi persone qualunque continueremo a essere 1) servi addormentati o, semplicemente, 2) persone qualunque.

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