mercoledì 16 febbraio 2011

Due barbie e un playmobil

Ne ho visto gli ultimi cinque minuti. Si era ai saluti. Alla ricapitolazione di una serata che ha fatto il pieno di ascolti. Quindi, lo ammetto, il mio più che un giudizio è un pregiudizio. Iniziamo dai tre soggetti sul palco: due barbie e un playmobil. Belén svettante su tutti. Hanno detto che era la più impostata, la più rigida. A me è sembrata molto più a proprio agio della Canalis, che ha cercato di interferire a più riprese con gli interventi del morandone, abbracciandolo con sollecitudine sospetta e non troppo ricambiata, quasi dovesse dimostrare qualcosa. Mah. E poi questi duetti disperabondi in cui si urla con grandissima arte e pochissimo testo. Un pathos che soverchia il tema di tante canzoni esili. Look ornitologici (vedi Anna Oxa), parole spesso incomprensibili, belle voci che imitano se stesse (mi riservo di ascoltare attentamente Vecchioni, cui Luttazzo Fegiz ha smaltato un bel 10), sciamannatini di tutte le dimensioni, applausi appiccicosi ad assenti, moribondi o eliminati.
Vedremo. 

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