giovedì 17 febbraio 2011

Satira ai satiri


E anche la seconda è andata. Portandosi via alcune mummie il cui sorprendente stato di conservazione si sta avvicinando a quello che Stephen King definirebbe "creepy": inquietante e pauroso, un dito di ghiaccio alla schiena per intenderci. Al Bano, per esempio: quando si lancia in una sventagliata di gorgheggio c'è sempre da temere che esploda, come l'uccellino  con la principessa di Shrek. E nutro anche una forte contrarietà sull'uso del nome "Amanda", tanto vocalico sì, ma visto certe questioni perugine non ancora risolte in sede giudiziaria, avrei scelto un altro nome, evitando di evocare la bionda di Seattle, ben poco libera per il momento. Patty Pravo sembra un meganoide e un po' paura mi fa. Invece ho apprezzato Natalie (si scrive così?), anche se mi riservo di ascoltare la sua canzone senza video, perché è l'unico modo di vedere la musica senza dover subire anche il cantante. La conduzione: le due fenicottere si baciano e dicono stupidaggini, non sanno presentare e pazienza, con l'aggravante dei capelli dello stesso colore. Belén si mangia la Canalis a colazione. Morandi ha strane idee sulla Repubblica Italiana.
  Ma veniamo a Paolo e Luca, egregi il giorno prima duettando in veste di Fini e Berlusca. Come alcuni hanno detto, è ben triste la satira imposta per par condicio. Anche perché la satira deve colpire duro, usare vie di mezzo la snatura. Prendere in giro Saviano? Bah, può anche andare: l'uomo, nonostante i molti meriti, si presta (col berretto della laurea in testa somigliava decisamente all'ayatollah Komeini). E nessuno dev'essere esente a priori da una democratica presa in giro. Ma la satira non si può imporre, dev'essere una cosa spontanea, e la cosa più spontanea in assoluto è la presa in giro del potere inarrivabile, non di chi quel potere lo mette in discussione, rischiando in proprio (come fa Saviano, appunto). Perde di senso, è forzata. E' difficile, invece, non ironizzare su Berlusconi: il ragazzo è un intrattenitore nato, anche quando non vuole. Basta vedere come se la ghignano due giornalisti australiani in collegamento da Roma:


Attendiamo, un po' scoglionati, la prossima puntata, sperando che Luca e Paolo non si facciano spiaccicare dal sistemaccio Rai. Perché la satira poco convinta non fa ridere nessuno. E qualla imposta dall'alto è... sovietica.

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